Il giorno più magico dell’anno si sta avvicinando e noi, dopo il super successo dell’Halloween story “Arriva l’inverno ad Erin”, vogliamo regalarvi un altro breve racconto, da noi ideato, questa volta a tema natalizio su Babbo Natale e i suoi fantastici aiutanti, per accompagnare voi e i vostri piccoli nei giorni dell’avvento.
I protagonisti indiscussi della nostra nuova storia sono il piccolo Oliver, l’elfetto Admir e, ovviamente, Babbo Natale! Oliver è un bimbo di 4 anni, tanto curioso ed entusiasta dell’arrivo del Natale e con un desiderio nel cuore; Admir è il piccolo inquilino elfo che se ne sta seduto tutto il giorno sulla mensola della cameretta del nostro Oliver, con il compito di osservare quello che succede e riferire a Babbo Natale i desideri più nascosti del bambino.
Tutti sappiamo che la figura dell’elfo rappresenta una delle icone più importatati del Natale, ma dove nasce questa tradizione?
L’elfo un’icona del Natale
Quella dell’elfo è una piccola tradizione che arriva dal lontano continente americano e che di recente è arrivata nel nostro Paese conquistando grandi e piccini. Tutto è cominciato a partire da un libro, “The Elf on the Shelf: A Christmas Tradition” (attualmente in commercio solo in lingua originale) scritto da Carol Aebersold e dalla figlia Chanda Bell. Il libro, scritto in rima, racconta e spiega chi siano Babbo Natale e soprattutto i suoi fidati elfi. Questi ultimi fanno visita ai bambini a partire dal giorno del Ringraziamento (dal primo dicembre in Italia) fino alla vigilia di Natale per “controllare e riferire tutto al loro capo”. In pratica ogni giorno l’elfo in questione rimane immobile e “studia” l’operato della famiglia che lo ha adottato per poi animarsi di notte, quando tutti dormono, tornare al Polo Nord tramite l’apposita porta elfica e riportare a Babbo Natale le azioni, buone e cattive, che hanno avuto luogo durante la giornata. Prima che la famiglia si svegli, ogni mattina, l’elfo torna nella casa e si nasconde in un posto nuovo, facendo vari scherzetti. L’elfo americano ha dei compiti e chi lo ospita deve seguire delle regole ben precise:
- l’elfo non può essere toccato perché altrimenti la sua magia potrebbe svanire,
- deve avere un nome scelto dalla famiglia adottiva per poter essere magico,
- non può comunicare con alcun essere umano, ma, grandi e bambini possono parlargli e dirgli tutto ciò che vorrebbero riferire a Babbo Natale con precisione.
La storia si conclude il 25 dicembre, quando l’elfo torna al Polo Nord fino all’anno successivo. Secondo la tradizione americana, quindi, gli elfi tengono sotto controllo i bimbi; di giorno sono immobili ma di notte fanno il resoconto a Babbo Natale.
Il nostro racconto
Nel nostro racconto, sicuramente ispirato a quello originale, abbiamo voluto spogliarci della rigidità. Infatti il nostro elfo va dai bambini per imparare a conoscerli, per vedere come passano il tempo, come vivono, quali sono i loro giochi preferiti e soprattutto quali sono i desideri più nascosti. Queste informazioni saranno poi molto utili a Babbo Natale per preparare i suoi doni materiali e non. Inoltre, con il nostro elfo si può parlare, giocare e addirittura fare un favoloso viaggio, anche se per errore, nel mondo di Babbo Natale.
Il nostro racconto vuole essere uno spunto educativo in grado di stimolare la creatività e regalare qualche minuto di pura spensieratezza e magia. Admir per noi è un elfo amico dei nostri bambini. Non vogliamo infatti che l’elfo venga visto come uno strumento negativo per tenere a bada i bambini o far cessare piccoli capricci attraverso una “minaccia”, così come invece viene trasmesso seguendo la storia originale. Per questo, nella nostra narrazione, l’Elfo non è una figura da temere, che punisce o premia riferendo a Babbo Natale comportamenti buoni o cattivi. Trasmettere questo messaggio è stato un nostro obiettivo già dall’inizio del processo di creazione della storia.
Attraverso il nostro racconto “Oliver e il suo viaggio fantastico nel mondo di Babbo Natale” ci piace trasmettere anche alcuni significati interessanti di questa tradizione. Prima di tutto offre a grandi e piccini un modo per trascorrere del tempo insieme, dando spunti e idee per fare attività e giochi insieme. Possiamo, per esempio, pensare di costruire la casetta dell’elfo (come abbiamo fatto noi e che vi mostreremo sui nostri canali social) o addirittura l’Elfo stesso, oppure proporre una caccia al tesoro per ritrovare il nostro elfo che “scherzosamente ha deciso di nascondersi” ecc. Altra caratteristica di questa tradizione è che, come tutti i personaggi di fantasia, anche l’aiutante di Babbo Natale stimola nei bambini creatività e pensiero magico, due aspetti importantissimi per lo sviluppo e la crescita.
Nell’usanza e anche nel nostro racconto, il piccolo personaggio magico è in grado di vedere e sentire tutto e la convinzione nei bambini di essere osservati dall’Elfo è un modo attraverso il quale possono giocare e sperimentare con la propria coscienza. Ma, proprio per far vivere al bambino questa tradizione nel modo più rilassato possibile, potremmo dirgli che, anche se l’Elfo vede e sente tutto, ci sono dei posti nei quali lui non può arrivare, stanze che non è in grado di raggiungere. Così il bambino saprà di avere a disposizione dei luoghi neutri e si sentirà più rassicurato.
In ultimo, ma non per importanza, attraverso il racconto vogliamo sottolineare il valore inestimabile dei desideri che i nostri bimbi conservano nascosti dentro se stessi. Ci piacerebbe che la nostra storia offrisse idee per creare un momento in cui farci donare la chiave per aprire i loro cuori, così da ascoltare i nostri figli intimamente, per creare quell’unione di cuori e di emozioni che resta per sempre nei loro ricordi e dà sostegno.
E ora siete pronti??
Buon viaggio nel mondo di Babbo Natale in compagnia di Oliver e del suo amico elfo Admir!
Buon Magico Natale A Tutti!
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